Meet Italian Brewers Cup Champion Alessandro Galtieri

 
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In anticipation of CoLab: Milan, we sat down with Italian Brewers Cup Champion Alessandro Galtieri to learn more about his journey in coffee and about specialty coffee in Italy. Alessandro will be joining us for CoLab: Milan and attendees will have the opportunity to try drinks from his World Brewers Cup routine during the coffee service!

You can find the interview in Italian below.

ENGLISH

Where do you currently work?

I run, with my partner, a coffee shop in Bologna; Aroma. I am also a trainer, so I move to other venue to do the training

How did you start dealing with coffee?

One day a friend offered me a coffee in a bar, the barista told him they were looking for staff ... I was really looking for work ...

Are you working on any new projects that you can tell us about?

I want to resume my publishing activity and publish manuals for baristas

How has your life changed since you won the Italian Championship in January 2019?

Not much in fact because I was already Italian champion in 2018. Having been there two world championships so close, interspersed with the Italian championship, I have been training for months during breaks from daily work

Have there been important steps in your coffee journey that you would call crucial?

First of all, the "impact" with a Sidamo washed Ethiopia in 1997, upset my life! I had no idea that a coffee could create a sensorial experience of that kind, for me it was an epiphany.

Italy is well known for its coffee culture. Do you think this culture has brought advantages and disadvantages in your coffee career? If so, how?

Italy has developed an original consumption model that has given it, internationally, an aura of expertise and style about coffee. This has brought and still brings undoubted advantages to the coffee sector in Italy. On the other hand, this deeply rooted culture makes Italians very conservative and not prone to novelty; also to those improvements.

What would you like the global coffee community to know about specialty coffee in Italy?

I am very proud of the quality offered by Italian specialty micro-roasters. I started offering diversification and quality in coffee at a time when Italian coffee roasters were all more or less the same commercial coffee, now I am spoiled for choice.

What would you like the Italian coffee community to know about specialty coffee?

I would like the Italian coffee community to understand that the specialty sector is not a threat to the traditional Italian consumption model, if anything, on the contrary, an opportunity for growth and enhancement.

Tell us about one of your favorite cafes.

Surely the coffee that brought me to third place in the world ranking: a Panama Gesha - Hartmann - 20 days of anaerobic fermentation. It will remain forever in my memory as a unique privilege.

I don't have a favorite coffee because I had incredible emotions from very different cafes and different origins, during my long barista activity. Now I’m fascinated by fermentation as it extends the range of aromas and flavors in a stunning way.

But sometimes nature, without any manipulation, knows how to leave you breathless. The world of Specialty Coffees is a continuous emotion and discovery.

What is your biggest influence in the coffee industry?

I run a small coffee shop in an average Italian city, so my influence in industry and coffee is limited to this context; however, I have always carried out the concept of quality and professionalism consistently to convey, through my daily action, that there is a different way of conceiving coffee consumption compared to the common one that sees the beverage reduced to a commodity.

And then I'm part of a community made up of a myriad of little actors like me, scattered around the globe who are influencing the entire system. In this sense I feel I have influenced the whole industry, no longer insensitive to the concept of Specialty. I feel it because I am a small but strong link in a chain of quality and integrity that starts from the mountain communities of tropical countries where coffee is produced and arrives almost everywhere thanks to passionate bartenders.

What is your favorite method of drinking coffee?

I am Italian and have been working as a barista for many decades now; It is clear that in my professional and personal grow up the espresso has had and is of great importance. However, since I started trying my hand at brewing, my appreciation for alternative methods has grown tremendously. The preferred method sounds definitive; at the moment what I use most is the V60.

What are your activities when you don't do coffee?

Is there anything else? Haha.. I’m truly addicted. When I don’t do coffee I read about coffee, and train myself :)

ITALIAN

Dove lavori attualmente?

Conduco con la mia compagna Aroma, una caffetteria a Bologna. Sono anche trainer, per cui mi sposto presso la sede dei miei clienti per eseguire il training

Come hai iniziato ad occuparti di caffè?

Un giorno un amico mi ha offerto un caffè in un bar, la barista gli disse che cercavano un barista…io ero proprio in cerca di lavoro…

Stai lavorando a qualche nuovo progetto del quale puoi raccontarci qualcosa?

Voglio riprendere la mia attività editoriale e pubblicare manuali per baristi

Come è cambiata la tua vita da quando hai vinto il Campionato Italiano in Gennaio?

Non molto in effetti perchè ero già campione italiano nel 2018. Essendoci stati due mondiali così ravvicinati, intervallati dal campionato italiano, mi alleno da mesi nei momenti di pausa dal lavoro quotidiano

Ci sono state tappe importanti nel tuo viaggio nel caffè che definiresti cruciali?

Prima di tutte “l’impatto” con un Sidamo lavato Etiopia nel 1997, mi ha sconvolto la vita! Non avevo idea che un caffè potesse creare un’esperienza sensoriale di quel tipo, per me fu un’epifania.

L'Italia è molto nota per la sua cultura del caffè. Pensi che questa cultura abbia portato vantaggi e svantaggi nella tua carriera nel caffè? Se é cosi, come?

L’Italia ha sviluppato un modello di consumo originale che le ha attribuito, a livello internazionale; un’aura di competenza e stile sul caffè. Questo ha portato e porta tutt’ora indubbi vantaggi al comparto caffè in Italia. Per contro, questa cultura così radicata rende gli italiani molto conservatori e poco inclini alle novità; anche a quelle migliorative.

Cosa vorresti che la coffee community globale conoscesse dello specialty coffee in Italia?

Sono molto fiero della qualità proposta dalle microtorrefazioni specialty italiane. Ho cominciato a proporre diversificazione e qualità nel caffè in un’epoca in cui le torrefazioni italiane facevano tutte più o meno lo stesso caffè commerciale, ora ho l’imbarazzo della scelta.

Cosa vorresti che la coffee community italiana conoscesse dello specialty coffee?

Vorrei che la coffee community italiana comprendesse che il comparto specialty non rappresenta una minaccia per il modello tradizionale di consumo italiano, casomai al contrario un’opportunità di crescita e valorizzazione.

Parlaci di uno dei tuoi caffè favoriti.

Sicuramente il caffè che mi ha portato al terzo posto del ranking mondiale: un Panama Gesha - Hartmann - 20 giorni di fermentazione anaerobica. Resterà per sempre nella mia memoria come un privilegio unico.

In generale non ho un caffè favorito dato che ho avuto emozioni incredibili da differenti caffè di differenti origini. Attualmente sono affascinato dai fermentati in quanto il processo estende e amplifica aroma e sapori in modo fantastico.

In ogni caso la natura, anche senza alcuna manipolazione, sa come lasciarti senza fiato… Il mondo degli Specialty Coffees è una continua emozione e scoperta.

Quale è la tua più grande influenza nell’industria del caffè?

Io conduco una piccola caffetteria in una media città italiana, per cui la mia influenza nell’industria del caffè è limitata a questo contesto; però ho sempre portato avanti con costanza il concetto della qualità e della professionalità per trasmettere , attraverso la mia azione quotidiana, che esiste un modo diverso di concepire il consumo di caffè rispetto a quello comune che vede la bevanda ridotta a commodity.

E poi faccio parte di una comunità costituita di una miriade di piccoli attori come me, sparsi per il globo che stanno influenzando l’intero sistema. In questo senso mi sento di avere influenzato l’industria intera, ormai non più insensibile al concetto di Specialty. Me lo sento perché sono un piccolo ma forte anello di una catena della qualità e dell’integrità che parte dalle comunità montane dei Paesi tropicali dove viene prodotto il caffè e arriva quasi dappertutto grazie ai baristi appassionati.

Quale è il tuo metodo favorito di bere caffè?

Sono italiano e esercito la mia attività di barista ormai da molti lustri; é chiaro che nella mia formazione professionale e personale l’espresso ha avuto ed ha una grande importanza. Tuttavia, da quando ho cominciato a cimentarmi nel brewing, il mio apprezzamento per i metodi alternativi è cresciuto moltissimo. Il metodo preferito suona definitivo; al momento quello che uso di più è il V60.

Quali sono le tue attività quando non ti occupi di caffè?

Perchè, si può fare altro? Haha.. quando non preparo caffè mi documento sul caffè, approfondisco e mi alleno per migliorare.